Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono soggetti giuridici costituiti da privati cittadini, enti e imprese, che consumano energia autoprodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Di fatto si tratta di un importante passo avanti in direzione di uno scenario energetico basato sulla generazione distribuita, che favorirà lo sviluppo di energia a chilometro zero e di reti intelligenti. In Italia era in effetti già possibile, per i singoli cittadini o per gruppi di aziende, unirsi per finanziare l’installazione di un impianto condiviso e alimentato da energie rinnovabili, ma non era previsto che tale impianto potesse fornire energia a più utenze.
Un modello già ampiamente diffuso in Nord Europa, che ha come obiettivo la diffusione delle energie verdi e sostenibili tramite la creazione di sistemi virtuosi di produzione e condivisione di energia prodotta da fonti rinnovabili.
Tuttavia, per comprenderne appieno il concetto, e di come queste siano uno strumento fondamentale per la transizione ecologica non possiamo limitarci a questa definizione.
Comunità Energetica Rinnovabile: come funziona e come costruirla
Il primo passo da compiere per costruire una comunità energetica, è la costituzione di un’entità legale tra i futuri soci della comunità, che possono essere persone fisiche, piccole o medie imprese, enti territoriali oppure amministrazioni pubbliche locali.
Dal momento che, per legge, lo scopo di una comunità energetica non può essere il profitto, le forme più comunemente utilizzate sono quelle dell’associazione non riconosciuta o della cooperativa. Il passo successivo consiste nell’individuare l’area dove installare l’impianto di produzione.
Una volta messo in esercizio l’impianto, la comunità può fare istanza al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa. In aggiunta, bisogna specificare che gli incentivi non sono riconosciuti a tutta l’energia prodotta, ma solo a quella condivisa all’interno della comunità, cioè a quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione.
I 3 benefici delle Comunità Energetiche Rinnovabili
Come abbiamo appena visto, è possibile ridurre gli sprechi energetici e, al tempo stesso, favorire la diffusione delle energie rinnovabili. Ciò porterebbe non solo notevoli benefici per la collettività in termini di risparmio energetico (quindi di riduzione delle emissioni di CO2) ma anche un notevole risparmio in bolletta.
Nello specifico, i vantaggi delle comunità energetiche rinnovabili sono i seguenti:
1) Benefici ambientali
evitando da un lato di produrre energia da fonti fossili, dall’altro di dissipare energia in perdite di rete.
2) Benefici economici
grazie ai meccanismi di incentivazione previsti dalla legge per promuovere la transizione energetica, cumulabili con altri contributi quali il Bonus Casa e il Superbonus 110%.
3) Benefici sociali
dati dalla condivisione degli incentivi finanziari e dei profitti economici con la comunità energetica nonché dai vantaggi ambientali (riduzione di inquinanti e climalteranti) per tutta l’area in cui la comunità è situata.
Restart è specializzato nella progettazione di impianti a fonti rinnovabili, specificatamente di impianti fotovoltaici, e nel disbrigo delle pratiche amministrative per la loro realizzazione e connessione a rete.
L’esperienza accumulata ci permette di garantire un servizio “chiavi in mano” comprensivo di tutte le consulenze necessarie quali pratiche autorizzative, analisi strutturali, valutazioni geologiche e topografiche, SCIA antincendio, oltre che del disbrigo delle pratiche per la messa in esercizio degli impianti, quali le pratiche di connessione con il Gestore di Rete, di richiesta Licenza officina elettrica con le Dogane, di richiesta convenzione di vendita dell’energia con il GSE.
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